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ECCO CHI NEL 2003 HA PUBBLICATO I NOSTRI COMUNICATI

Legenda redazioni locali : (1= Quotidiani Rimini) (2= Quotidiani Cesena) (3= Quotidiani Forlì)

Data

Titolo o argomento del comunicato

Sedi

locali

Il Resto

del Carlino

Corriere

Romagna

La Voce

Romagna

29/12/03

Una fondazione per emarginare i familiari vittime strada?

3

NO

SI

SI

24/12/03

Maglie nere per incidenti stradali e teste di struzzo

1

NO

SI

SI

5/12/03

A difesa delle piante da sacrificare al divertimento

2

NO

NO

SI

28/11/03

L'ANAS mantiene l'impegno e realizza i primi interventi

2

NO

SI

SI

28/10/03

Impressionanti presenze ed assenze al convegno primaepoi

1

NO

NO

SI

21/10/03

Istituzioni e VIP snobbano la sicurezza stradale

2

NO

2/11

SI

25/07/03

Quanta indifferenza dietro a quelle croci

1

 

 

 

21/07/03

Patente a punti anche per chi è responsabile delle strade

2

NO

SI

SI

13/6/03

Come nel "Zelig Circus": vogliamo fatti, non pugnette

2

NO

NO

SI

4/6/03

Una vittima su tre per colpa delle strade, ma non risulta

2

NO

NO

NO

21/5/03

Scuole Cesena: la vita è mia e ne faccio quel che voglio

2

NO

NO

NO

12/5/03

Tolleranza zero. Permissivismo e consumismo uccidono

1

NO

NO

NO

11/5/03

Basta stragi prevedibili. Le forze dell'ordine denuncino

1

NO

NO

SI

12/4/03

Nelle scuole con Alessio Tavecchio: il valore della vita

1

NO

NO

SI

30/3/03

Inquietante: bignet ai genitori per fare sicurezza stradale

1

NO

NO

SI

14/3/03

Intervistati da "Report (RAI3)" per le strade killer

2

NO

NO

SI

1/3/03

Non basta rivendicare meriti e progetti dopo ogni incidente

2

NO

SI

SI

20/2/03

Incontro su attività 2002, progetti 2003, disabili, giovani..

2

NO

SI

NO

 3/2/03

 Cenerentoli nell'educazione stradale - Sindaco Cesena

2

NO

SI

SI

 13/1/03

 Richiesta collaborazione per statistica vittime strada

1-3

NO

NO

NO

9/1/03

Messa in sicurezza Via Marecchiese ed esposto

1

SI

SI

NO

29/11/02

Una piadina con l'indifferenza al posto del prosciutto

1-2

NO

SI (solo2)

NO

 

Nei giorni scorsi sulle prime pagine dei quotidiani locali è stato dato ampio risalto alla proposta del comandante dei Vigili Urbani di Forlì per destinare i proventi derivanti da violazioni al codice della strada ad una Fondazione Vittime Strada regionale, anzichè alle casse comunali. La ridistribuzione delle risorse ai singoli comuni dovrebbe poi essere gestita da tale Fondazione per il miglioramento della sicurezza stradale. Naturalmente giudichiamo la proposta meritevole di considerazione, poichè in passato una nostra richiesta indirizzata a tantissimi Enti Pubblici Locali, con la quale si chiedeva un più puntuale rispetto dello spirito dell'art. 208 del Codice della strada (destinazione dei proventi derivanti da sanzioni amministrative pecuniarie), è stata ignorata da tutti i destinatari e probabilmente ci ha procurato inimicizie e diffidenze.

La proposta del Comandante dei Vigili Urbani di Forlì se da una parte riaccende tante speranze, dall'altra ci induce a qualche perplessità e suscita qualche interrogativo. La prospettata Fondazione Vittime Strada sarà interlocutrice privilegiata della Regione Emilia Romagna? Chi sarà a determinarne gli indirizzi e le decisioni più importanti? Che ruolo avranno le "scomode" associazioni no profit promosse da familiari di vittime della strada? Avranno qualche voce in capitolo? Saranno discriminate come in passato?

Non intendiamo scoraggiare l'iniziativa, ma qualche prudente considerazione è d'obbligo. Il 17/3/2002 diverse associazioni di familiari vittime della strada si sono incontrate a Modena ed hanno richiesto un incontro ai massimi responsabili della regione Emilia Romagna. Non c'è stata alcuna risposta. Il 25/6 ed il 17/7/2002 è stato sollecitato l'incontro facendo anche appello al "rispetto" che dovrebbe essere dovuto a chi ha provato sulla propria pelle il trauma di una tragedia stradale. Non c'è stata alcuna risposta. Il 25/7/2003 il CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale) ha comunicato al Gruppo "Verdi" del Consiglio Regionale Emilia Romagna la propria disponibilità per collaborare al progetto di Legge Regionale che il gruppo aveva presentato in materia di sicurezza stradale. Non c'è stata alcuna risposta. Forse peccheremo di diffidenza, ma abbiamo il sospetto che la prospettata "Fondazione Vittime Strada" possa provocare l'ulteriore emarginazione delle più autentiche associazioni di familiari vittime della strada operanti in Regione. Ad onta della denominazione del novello sodalizio, riteniamo che le vittime della strada non condividerebbero una simile eventualità ed esigerebbero maggiore considerazione e rispetto per i loro più diretti e legittimati rappresentanti..... Torna all'inizio. Home Page

La Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna maglie nere per incidenti stradali, ma c'è di più

Le statistiche del quotidiano "Il Sole 24 ore" hanno fornito un sigillo di credibilità a ciò che da molti anni stiamo sostenendo (con l'unico risultato di procurarci tantissime inimicizie istituzionali). Esistono però altre valutazioni che le statistiche non hanno preso in considerazione: il dopo incidente.

Già da tempo le associazioni familiari vittime della strada operanti in altre province Italiane conoscono la penosa situazione esistente in provincia di Rimini, ma purtroppo molti dei diretti interessati preferiscono non vedere, mettendo la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi. Per questo motivo, assieme ad alcuni amici di giovani vittime della strada, stiamo redigendo una speciale classifica per l'assegnazione di un attestato denominato "Testa di Struzzo". Abbiamo interpellato alcune emittenti televisive per riprendere la "cerimonia" di consegna (prevista nel 2004) ed auspichiamo una loro convinta disponibilità al riguardo.

Ecco alcune esperienze che riguardano il dopo incidente. Ciascuno potrà trarre le proprie conclusioni:

Siamo convinti che per arginare la devastazione che la strage stradale porta in tantissime famiglie sia necessario perseguire miglioramenti strutturali e culturali a 360 gradi, anche assumendo maggiore consapevolezza su ciò che succede dopo un incidente. Al di là di ogni sterile polemica, ci auguriamo che queste valutazioni possano produrre costruttive ed utili riflessioni contro la diffusa cultura del fatalismo. .. Torna all'inizio. Home Page

A seguito di un articolo pubblicato sul quotidiano "Il Resto del Carlino" del 4/12/2003, abbiamo voluto fare sentire la nostra voce, ancora una volta soffocata dalla redazione del giornale. Ecco il testo del nostro comunicato:

"Abbiamo appreso dalla stampa locale che, per non creare intralcio alla sfilata dei carri di Carnevale, a Gambettola si stanno raccogliendo tantissimi consensi per l'abbattimento di 90 querce. Abbiamo anche appreso che gli stessi "verdi" riconoscono che è stato un errore piantare quelle piante, perciò..."amen". Se queste sono le motivazioni di fondo, noi stiamo dalla parte delle piante.

Sorprende però che ci sia tanto appassionato fervore nel difendere gli alberi più pericolosi che mettono costantemente a rischio la vita delle persone sulle strade, mentre invece non ci sia alcuna remora nel sostenere l'abbattimento di quegli alberi che "ostacolano" il divertimento per pochi giorni all'anno".

Segnaliamo che gli svincoli sulla SS 16 Adriatica sono stati recentemente dotati di una segnaletica migliorativa, anche se permangono gravi carenze strutturali per la sicurezza. L'intervento dell'ANAS ha fatto seguito al dibattito del 24/10/2003 (promosso dalla nostra associazione) sulle responsabilità riguardanti l'incidente che nel Luglio 2001 spezzò la vita di quattro ragazzi all'uscita di Valverde di Cesenatico.

Nonostante l'accorato appello di partecipazione al dibattito rivolto dai genitori delle quattro giovani vittime, le istituzioni che raccolsero l'invito furono solamente l'AUSL di Cesena, il Sindaco di Savignano sul Rubicone e l'ANAS. Al termine del dibattito il funzionario dell'ANAS (Dr. Averardo De Carolis) assicurò che entro la fine dell'anno sarebbero stati realizzati alcuni interventi per migliorare la sicurezza degli svincoli. L'impegno è stato mantenuto ed è stato fatto un primo promettente passo. Si auspica che i parlamentari della zona, i comuni e le province attraversate dalla SS 16 Adriatica, la Regione Emilia Romagna e le altre istituzioni più direttamente interessate facciano la loro parte per evitare il ripetersi di tante prevedibili tragedie. Torna all'inizio. Home Page

 La lezione di educazione stradale, tenutasi Sabato 25/10/2003 nell'Hotel "Punta Nord" di Torre Pedrera di Rimini, subito dopo l'apertura ufficiale dei lavori del 5° convegno "primaepoi", è stata caratterizzata da alcuni episodi "impressionanti":

Siamo convinti che una simile sequenza di fatti impressionanti non potrà che produrre risultati adeguati, anche se continuano purtroppo ad essere della massima attualità alcuni degli slogans provocatori coniati in passato dalla Onlus PU.RI. e cioè : "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna" e "Vittime della strada, c'è chi prega e chi se ne frega".

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 Si riporta un commento del Presidente della onlus PU.RI. sulle attività di solidarietà sociale delle grandi aziende:

STARE BENE CONVIENE (ma a qualcuno conviene di più). Il 19/10/2003 sui principali quotidiani e reti TV è stato dato ampio risalto all'imponente convegno promosso dal Sig. Technogym, alias Nerio Alessandri, per presentare la fondazione chiamata ad attuare "Technogym per il sociale". Alla manifestazione erano presenti le massime autorità e tantissimi "VIP" per commentare lo slogan del convegno: "Stare bene conviene". Siccome ritengo che solo un idiota potrebbe sostenere il contrario, c'è il fondato sospetto che uno slogan del genere, in un simile contesto, miri soprattutto a fare stare bene il fatturato della Technogym. Non c'è niente di male nel perseguire questa finalità, ma non sembra eticamente e legalmente corretto veicolare campagne di marketing aziendale o di settore attraverso organismi no profit.

Si tratta purtroppo di "iniziative sociali" che vanno sempre più diffondendosi, anche per l'inadeguatezza del quadro normativo che regolamenta la materia. Ad esempio in alcuni spots televisivi si enfatizza il fatto che una piccolissima parte del prezzo del prodotto (verosimilmente calcolata come costo da trasferire sul prezzo finale), viene destinata a qualche "accattivante" opera di bene. Si tratta di una efficace scelta di marketing.

Ormai le aziende commerciali di maggiori dimensioni e diversi Enti Pubblici stanno scoprendo una straordinaria vocazione verso il mondo della solidarietà sociale e costituiscono a tale scopo degli organismi ad hoc, destinati a diventare interlocutori privilegiati nei rapporti con le Istituzioni e con i mezzi d'informazione.

In questo apparente quadro di "buonismo" generalizzato, gli organismi più autenticamente impegnati nel perseguire finalità di solidarietà sociale trovano invece difficoltà nelle loro attività quotidiane di volontariato.

Ecco perchè queste più modeste realtà associative stanno cercando di coordinare i loro sforzi con patti di collaborazione e mutuo sostegno. Ne è un esempio tipico il CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale - http://cnoss.135.it) che sul proprio sito "fotografa" questo stato di cose.

Forse certi discorsi sono sgraditi e magari qualcuno vorrà metterli in relazione ad interessi di parte. Credo sia proprio così, perchè quando ho appreso che il convegno "Technogym" ha ricevuto la benedizione del Papa, gli elogi del Presidente della Repubblica e di tante altre persone che contano mi sono effettivamente sentito un "Calimero". Ma com'è possibile non rilevare certe dissonanze?

Nella serata del 24/10/2003, prima dell'inizio di un convegno promosso dalla onlus PU.RI. (PUnto RIferimento familiari vittime) su sicurezza stradale e dopo incidente, è stata programmata una cena di solidarietà il cui ricavato verrà destinato alla realizzazione di un centro di accoglienza e recupero per persone disabili e loro familiari, visto che il 2003 è l'anno Europeo del disabile. La Curia Vescovile di Rimini ha rifiutato di prendervi parte, perchè la presenza di un sacerdote a convegni nei quali partecipano anche medium e sensitivi finirebbe per far pensare ad un avvallo della Chiesa (sembra volersi fare riferimento al tema dell'aldilà, trattato autonomamente nella giornata finale dei lavori da alcuni genitori rimasti orfani di un figlio, con la presenza di sacerdoti, studiosi ed, appunto, mamme sensitive e medium).

Le istituzioni e le personalità (così entusiaste di partecipare alla manifestazione promossa da Nerio Alessandri) hanno invece quasi tutte snobbato il meno festaiolo invito della Onlus PU.RI. per i lavori sulla sicurezza stradale. I professori di una scuola si sono rifiutati di accompagnare gli studenti alla lezione di educazione stradale tenuta da alcuni giovani "docenti" disabili ed amici di vittime della strada presso la sede del convegno. A fronte di una quarantina di richieste di patrocinio della manifestazione, un solo Comune l'ha accordato. Un'importante azienda a cui era stato richiesto di inserire nella bacheca dei dipendenti l'invito per la cena di solidarietà del 24/10 ha risposto che, avendo già pianificato gli interventi di solidarietà sociale attraverso il "proprio" organismo no profit, non poteva prendere in considerazione altre proposte. Omissis...

Perciò, un plauso per chi vuole impegnarsi disinteressatamente in iniziative di solidarietà sociale, ma non si ripudino come figli di un Dio minore i meno blasonati organismi no profit che da anni operano sul campo.

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Quanta indifferenza ed umiliazioni dietro a quelle croci

Guai a deludere le aspettative. Fino a quando i familiari delle vittime della strada rivestono il convenzionale ruolo di persone a cui potere manifestare (meglio se pubblicamente) sentimenti di commiserazione e buone intenzioni va tutto bene. Quando invece tali aspettative vanno deluse, perchè si ha l'ardire di puntare il dito sulle responsabilità riguardanti la messa in sicurezza delle strade, su altre inadempienze istituzionali o sulle tante ingiustizie del dopo incidente, quelle stesse persone diventano improvvisamente "avversarie", anche per le attività di volontariato che perseguono.

Purtroppo spesso le più dolorose esperienze ai danni delle vittime e dei loro familiari vengono procurate proprio da coloro da cui ci si aspetterebbe maggiore solidarietà, sostegno e conforto.

Alla faccia della risoluzione delle Nazioni Unite n. 40/30 (1985), nella parte in cui si raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime (anche della strada) con sensibilità e rispetto della propria dignità, adoperandosi per dare loro l'opportunità di esprimere e comunicare l'impatto che il trauma ha causato.

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 Su tutti i quotidiani locali di Rimini grande risalto ai comunicati di provenienza istituzionale emessi dopo ogni grave incidente stradale. Imbavagliata la voce delle associazioni familiari vittime della strada. Naturalmente rispettiamo le scelte redazionali, ma non le condividiamo. Ecco il testo del comunicato non pubblicato:

E' intollerabile la banalizzazione della vita sulle strade ed il diffuso senso di impotenza e rassegnato fatalismo che accompagna tante tragedie familiari. La nostra Regione è al vertice della classifica nazionale per numero di vittime in rapporto ai mezzi circolanti. La strada è di tutti, difendiamola dai farabutti. Lanciamo un appello, innanzitutto ai cuori delle donne e degli uomini delle forze dell'ordine: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia, Vigili Urbani. Non permettiamo che persone incivili usino la strada per soddisfare squallide emozioni, fregandosene della vita degli altri. Non permettiamo che l'immagine delle nostre città venga deturpata da "omicidi" stradali che "dequalificano" l'intera comunità locale. Si faccia ogni possibile sforzo per contrastare la degenerazione culturale in atto, rivalutando il valore della vita e della salute, a cominciare dalle scuole. Abbiamo recentemente messo a confronto le risposte fornite ad un questionario da studenti residenti in diverse province (durante le nostre lezioni di educazione stradale). Le valutazioni espresse dagli studenti della nostra zona sull'affermazione "la vita è mia e ne faccio quel che voglio" sono state meno uniformi rispetto a quelle espresse dagli studenti residenti in altre province. Non crediamo che la colpa sia solo dei ragazzi, ma della cultura permissiva e consumistica che li circonda.

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Basta con le stragi prevedibili. Le forze dell'ordine dovrebbero denunciare le responsabilità degli Enti proprietari delle strade in presenza di situazioni di pericolo, senza attendere che ci scappi il morto. Ecco il testo integrale del nostro comunicato stampa:

Ancora vite spezzate sulle strade della provincia di Rimini per incidenti stradali "prevedibili", poichè avvenuti in punti già segnalati per la loro pericolosità.

Riportiamo a commento lo stralcio di una nostra recente segnalazione alla magistratura:

".. di accertare se siano presenti elementi di reato doloso o colposo perseguibili d'ufficio nei comportamenti dei Responsabili degli Enti proprietari delle strade comunali, provinciali e statali oltre che delle autostrade, in ordine alla notoria violazione dell'art. 14 del codice della strada, che obbliga gli stessi Enti a provvedere alla loro messa in sicurezza...Non si è a conoscenza delle iniziative adottate dopo l'incidente, ma probabilmente le forze dell'ordine intervenute per gli accertamenti del caso o altri organi preposti hanno ritenuto che non fosse loro dovere d'ufficio attivarsi per denunciare le responsabilità dell'Ente gestore della strada e per provocare l'immediata messa in sicurezza. Tale obbligo di accertamento ed intervento non dovrebbe rappresentare una mera "conseguenza burocratica" del dopo-incidente, ma dovrebbe invece coinvolgere a livello generale e preventivo l'attività dei vari organi preposti alla tutela degli utenti della strada. A fronte delle cifre spaventose della strage stradale in Italia e nella nostra Regione in particolare (al vertice della classifica nazionale per numero di vittime in rapporto ai mezzi circolanti) risulta francamente sconcertante rilevare che situazioni di evidente pericolo per la viabilità siano tollerate o ignorate da chi dovrebbe vigilare o intervenire..."

Ci preme fare rilevare che l'attività di prevenzione ed accertamento svolta dalle forze dell'ordine in materia di sicurezza stradale, rappresenta una autonoma funzione istituzionale per la migliore osservanza della Legge. Perciò non rientra fra i loro poteri la decisione di non prendere in considerazione ipotesi di responsabilità a carico di soggetti istituzionali, poichè per il principio di imparzialità ed autonomia dei poteri tale decisione compete agli organi giurisdizionali o agli altri soggetti previsti dalla Legge. ....

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 Una lezione molto speciale di educazione stradale, ma senza bignet.

Il 29/03/2003 abbiamo incontrato 150 studenti delle scuole medie statali "Panzini" di Bellaria (RN) per una speciale lezione di educazione stradale, resa ancora più speciale per le gravi assenze di istituzioni e genitori.. La direzione didattica aveva invitato con una comunicazione personale tutti i genitori (ne erano presenti 4 su 300) e diverse istituzioni (nessuna ha accolto l'invito). La lezione è stata tenuta da ben sei docenti. Nel ruolo di docenti sono intervenuti il nostro presidente, Anna Abbondanza (ha perso due figli), Silvia Bertozzi (il fratello ha subito gravissime ed irreversibili lesioni fisiche e cerebrali), Nicola Gazza (giovane disabile), Marta Flamigni (diciottenne che presiede un comitato di ragazzi per la sicurezza stradale) e Roberto Bartolini (ha cantato una canzone dedicata ad un amico scomparso). Hanno fatto seguito due separati dibattiti: uno tra ragazzi e l'altro con gli adulti. Gli studenti hanno infine compilato un questionario che, oltre a fornirci preziosi suggerimenti, ha evidenziato valutazioni sconcertanti sulle responsabilità che i ragazzi attribuiscono al mondo degli adulti ed alle istituzioni responsabili della sicurezza stradale. Ancora una volta abbiamo avuto conferma della estrema attualità del nostro slogan provocatorio "tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna". Qualcuno ha suggerito di offrire ai partecipanti tartine e pasticcini per poter contare in futuro su una più ampia partecipazione di adulti a questo genere di incontri. Ci auguriamo che il suggerimento volesse rappresentare una semplice provocazione. Offrire un bignet per indurre i genitori a preoccuparsi maggiormente della vita dei propri figli ci sembra una mostruosità.

Dobbiamo rilevare che la cronaca dei quotidiani locali ha completamente ignorato l'iniziativa, quasi si trattasse di un avvenimento privo di interesse ed importanza. Solo la "Voce di Rimini" ha preso in considerazione il nostro comunicato, ma lo ha fatto cancellando ogni riferimento ai contenuti più significativi (struzzi, bignet..) e con l'equivoco titolo "La sicurezza stradale fa flop". Le vittime della strada, assieme a familiari ed amici, ne prendono atto, auspicando che, nonostante tutto, i numeri della strage possano diminuire.

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I nostri incontri nelle scuole da "Cenerentoli".

Come nella fiaba di Cenerentola, dalle nostre parti le associazioni che si occupano di sicurezza stradale vengono emarginate e tenute a debita distanza dai "balli di corte". In un recente comunicato stampa, il Sindaco Conti di Cesena ha voluto (giustamente) manifestare l'orgoglio dell'Amministrazione Comunale per l'educazione stradale che viene portata nelle scuole dai Vigili Urbani e dalla Polizia Stradale. Non una parola, non un incoraggiamento, nessun riferimento agli incontri che vengono fatti nelle scuole di Cesena dal nostro corpo docente, costituito da ragazzi disabili e da giovani amici o familiari di vittime della strada. Alla fine del 2002 abbiamo fatto al Sindaco di Cesena la seguente richiesta per organizzare al meglio i nostri incontri:

Dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, Vi facciamo una domanda alla quale potrete rispondere semplicemente con un "sì" o con un "no". Ritenete utile l'attività della nostra associazione e siete disposti a sostenerla ed a collaborare concretamente rispettandone l'autonomia?

Il Sindaco Conti ha risposto che l'Amministrazione Comunale di Cesena è fortemente impegnata per migliorare la sicurezza stradale e che sia le Istituzioni pubbliche, sia le più diverse associazioni e organizzazioni sociali possono, ciascuno nel proprio ruolo e in piena autonomia, contribuire a rendere più sicura la vita di noi tutti. Abbiamo interpretato la risposta come un "no".

Da una parte si promuovono e sostengono costose iniziative sicuramente più "accattivanti", come ad esempio i progetti "Icaro" e "Fiocco giallo", dall'altra gli inviti rivolti al Sindaco per partecipare alle lezioni di educazione stradale tenute dai nostri docenti non hanno mai trovato accoglimento. Da una parte i principali canali informativi veicolano continuamente le "interessate" esternazioni di rappresentanti istituzionali, dall'altra si incontrano difficoltà nel far conoscere i calendari delle nostre lezioni o altre iniziative associative. Talvolta si ha l'impressione che sulla delicata materia della sicurezza stradale prevalgano considerazioni di "immagine" e che certe "interferenze" siano viste con sospetto o spirito concorrenziale. Se l'impressione fosse sbagliata sarebbe necessario dare qualche inequivocabile segnale concreto al riguardo, poichè è evidente che la nostra associazione, le cui radici affondano in tante tragedie della strada, prova un forte senso di disagio e delusione per il ruolo di "cenerentola" che sente di dover ricoprire.

A parte la nostra attività di sensibilizzazione rivolta a studenti e genitori, potremmo dare qualche suggerimento?

E' allo studio uno spot televisivo ideato e realizzato da ragazzi impegnati sul versante della sicurezza stradale per i loro coetanei. Se ci fosse qualche "principe azzurro" che volesse dar loro una mano, si faccia pure avanti. Noi lo abbiamo già fatto.

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Una piadina con l'indifferenza al posto del prosciutto.

Da qualche tempo i quotidiani locali dedicano molta attenzione ai prodotti tipici della zona, ma per la piadina è stato trascurato un ingrediente fondamentale: l'indifferenza. Da diversi anni cerchiamo di coinvolgere i vari Enti Pubblici territoriali nelle iniziative che promuoviamo sul territorio, ma raramente abbiamo ricevuto qualche cenno di disponibilità. Nonostante ciò, attraverso i nostri giovani docenti disabili, abbiamo incontrato migliaia di studenti per parlare di educazione stradale, abbiamo realizzato quattro convegni nazionali sulla sicurezza stradale e sul dopo-incidente (nell'ultimo convegno "primaepoi" non è stato possibile svolgere il dibattito "nonsolochiacchere", al quale erano stati invitati Sindaci, comandi dei vigili urbani e diverse centinaia di consiglieri comunali e provinciali, poichè, a prescindere dalla fede politica e dai compiti istituzionali, nessuno ha accolto l'invito), abbiamo incontrato diversi familiari di vittime della strada colpiti da lutto recente ed abbiamo svolto una costante opera di sensibilizzazione sul territorio. Purtroppo anche la gente comune sembra disinteressata e poco disponibile ad assumere un ruolo attivo per fermare la strage stradale. Per questi motivi utilizziamo spesso lo slogan provocatorio "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna", in quanto la nostra regione si trova al vertice della classifica nazionale per numero di vittime (in rapporto alle auto circolanti) e, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche a causa di incidenti stradali. Questo non significa gufare, ma prendere consapevolezza dei fatti.

Dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, recentemente abbiamo fatto una domandina molto semplice ad alcuni rappresentanti istituzionali, chiedendo loro di rispondere solo con un "sì" o con un "no".

La "domandina" era questa: Ritenete utile l'attività della nostra associazione e siete disposti a sostenerla ed a collaborare concretamente rispettandone l'autonomia? Il Sindaco Arch. Conti di Cesena e il Sindaco Zoffoli di Gambettola hanno risposto illustrando una serie di iniziative da loro messe in campo per fermare la strage stradale. La risposta è stata interpretata come un "no". Altri rappresentanti istituzionali non hanno risposto. Altri ancora (come ad esempio i Sindaci di Gatteo, Cesenatico, Bellaria...) non sono neppure stati interpellati, poichè in passato non hanno mai riscontrato i nostri inviti al coinvolgimento. Per ogni ulteriore dettaglio si potrà consultare il sito http://digilander.libero.it/puri .

In Romagna la piadina non ha più il sapore di una volta, ma forse la colpa è dei nuovi ingredienti o dei gusti che sono cambiati.

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