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ECCO CHI PUBBLICA I COMUNICATI DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Legenda redazioni locali : (1= Quotidiani Rimini) (2= Quotidiani Cesena) (3= Quotidiani Forlì)

DATE

TITOLO DEI COMUNICATI

Redaz.

Resto Carlino

Corriere Romagna

Voce Romagna

21/11/05

Vittime strada di serie "B" proprio dove sono più numerose

1-2-3-4

NO

NO

NO

01/11/05

Teppisti oltraggiano l'associazione nella notte di Halloween

2

SI

SI

SI

11/10/05

Maglie nere per incidenti stradali, ma non è tutto

1-2-3-4

NO

NO

SI

08/08/05

Come difendersi dalle buche trabocchetto

2

NO

NO

NO

26/07/05

Indicazioni stradali ingannevoli di cui nessuno si preoccupa

2

NO

SI

SI

12/07/05

Multe ingiustificate ai disabili: Il Carlino non accoglie l'appello

2

NO

NO

NO

04/06/05

Petizione al Parlamento Europeo e facili lauree ad honorem

2

NO

NO

SI

25/05/05

Pigrizia o paura? Al bando i comunicati di responsabilizzazione

2

NO

NO

NO

14/05/05

Educazione stradale, ma non in Romagna

2

NO

NO

SI

6/05/05

Troppi omicidi sulle strade...e le mamme stanno a guardare

1-2-3-4

NO

NO

SI

24/04/05

Ipocrisie e disinformazione sull'abuso di bevande alcoliche

1-2-3-4

Leggere

il testo

quì

01/02/05

Segnaletica pericolosa e responsabilità enti gestori strade

2

SI

SI

SI

16/1/05

Per la Romagna in gongola interceda "striscia"

1-2-3-4

NO

NO

SI

 

 Le nostre province e la Regione Emilia Romagna guidano la classifica nazionale delle vittime della strada, ma il risalto dato nel territorio alla giornata Europea a loro dedicata è stato insignificante, se si esclude qualche lodevole iniziativa Parrocchiale. La nostra Associazione aveva inviato a tutti le redazioni dei quotidiani locali della Romagna un'apposita comunicazione, accompagnata da una locandina di sensibilizzazione rivolta ad organi d'informazione, politici e gente comune. Evidentemente c'erano cose più importanti su cui soffermarsi, tra cui, purtroppo, alcuni gravi incidenti che sono costati la vita ad altri ragazzi.

Reti televisive nazionali, Capo dello Stato, Pontefice ed altre autorità civili e religiose hanno diffuso comunicati per ricordare il significato della ricorrenza. Nelle nostre province e nella nostra regione le vittime della strada in queste occasioni sono considerate di serie "B". Ciò che succede dopo la spettacolarità del trauma non sembra interessare, perchè provoca disagio od imbarazzo conoscere certi fatti.

Ecco perchè continueremo a rivendicare con forza maggiore rispetto e considerazione nei confronti delle vittime della strada, dei loro familiari e delle associazioni che li rappresentano; non solo per questioni legate al dopo incidente, ma per finalità di prevenzione. La giornata europea delle vittime della strada ne è un chiaro esempio. Le lezioni di educazione stradale svolte nelle scuole da giovani disabili, familiari ed amici di vittime della strada ne sono un altro esempio. I gruppi spontanei di giovani che si formano dopo un tragico incidente con lo scopo di mettere in sicurezza alcune strade ne sono un ulteriore esempio.

Mortificare, scoraggiare od ignorare questo genere di iniziative è immorale ed incivile. Privilegiare gli eventi educativi di natura più festaiola (che spesso raccolgono larga partecipazione di pubblico con la presenza di personaggi noti), a discapito degli altri, è non solo opinabile, ma "diseducativo". Gli organi d'informazione hanno un ruolo importantissimo nell'orientare certe scelte, perchè attualmente la presenza del messaggio riguardante una certa iniziativa su un determinato canale informativo non costituisce più uno strumento divulgativo, ma rappresenta il fine ultimo. Le redazioni dovranno avere il coraggio di mettere inizialmente a rischio un po' di audience o di copie vendute, ma ne varrà la pena, perchè otterranno un ritorno non solo di natura economica. Qualche organo d'informazione ha cominciato a farlo e siamo ottimisti per il futuro. Nel ringraziare tutti coloro che ci hanno dato o che ci daranno sostegno, salutiamo con distinta stima.

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 Il 01/11/2005 è stato diffuso il seguente comunicato per stigmatizzare l'oltraggio (presumibilmente involontario) arrecato all'associazione da parte di alcuni giovani teppisti: in qualità di semplice cittadino, nonchè di Presidente dell'Associazione "PU.RI." Onlus (Punto di Riferimento familiari vittime) e di responsabile per la provincia di Rimini dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada, desidero denunciare gli impuniti atti di teppismo che si consumano nella notte di Halloween. In particolare segnalo l'oltraggio (verosimilmente involontario) arrecato alle associazioni familiari vittime della strada che rappresento, proprio alla vigilia delle festività dei morti.

Ieri sera, alle ore 21,00 circa, un gruppo di ragazzi adolescenti, mascherati in stile Hallowen, ha suonato il campanello. Sono uscito ed ho riferito gentilmente ai ragazzi di non volere partecipare ai "festeggiamenti", ricevendo in risposta frasi di irrisione ed una serie di atti vandalici. Alle ore 22,30 circa sono stati lanciati petardi e cocci all'interno della mia proprietà. Il campanello è stato bloccato con del nastro adesivo. Evidentemente permessivismo ed assenza di vigilanza sono interpretati da questi giovani teppisti come licenza per dare libero sfogo a comportamenti incivili.

Nella mattinata del 1/11/2005 ho fatto l'inventario dei danni ed ho preso atto dello scempio avvenuto, provando sdegno e disgusto nel constatare che le targhette riportanti le denominazioni delle associazioni familiari vittime da me rappresentate erano state imbrattate.

Purtroppo molte ricorrenze che dovrebbero farci riflettere sui più autentici valori della vita si sono trasformate in occasioni per praticare del consumismo sfrenato e per mettere in atto forme di delinquenza che altrimenti non sarebbero tollerate. In ballo ci sono forti interessi economici e le famiglie vengono indotte a rimanere succubi della pubblicità o delle mode del momento. Basta accendere la televisione e sintonizzarsi su un qualsiasi canale per essere letteralmente bombardati da messaggi illusori che stanno profondamente cambiando il nostro modo di vivere e le nostre prospettive. Si pensi alla conseguenze che tutto ciò comporta sulla mente di un innocente bambino e soprattutto su quella dell'adolescente e dell'adulto che è destinato a diventare.

Non ci si può mettere a posto la coscienza sostenendo che si tratta di un fenomeno generale collegato al cosiddetto "progresso". E' demenziale mettere in relazione il progresso con la degenerazione culturale in atto. Spesso ci si accorge di quanto preziosi siano certi valori solo dopo averli perduti. Si danno per scontati, ritenendo che possano perderli solo gli altri. E questa è una terribile illusione.

Il 02/11/2005 è stata presentata formale denuncia contro ignoti presso il locale comando dei Carabinieri.

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 In questi ultimi giorni i quotidiani locali hanno diffuso i dati dei sinistri stradali 2003, rilevando che Rimini mantiene (non acquista) il triste primato nazionale di provincia con il maggior numero di incidenti stradali riferiti al numero di abitanti, mentre la Regione Emilia Romagna mantiene il primato regionale. Chissà se nei prossimi giorni tali statistiche verranno "rielaborate" con chiavi di lettura più tranquillizzanti. Riteniamo utile e pertinente riportare il seguente stralcio del nostro comunicato del 13/11/2004 (presente al link "elenco comunicati 2004": "Sui giornali di oggi sono stati divulgati alcuni dati riguardanti l'incidentalità stradale in Italia e nella regione Emilia Romagna in particolare. Il salone internazionale della Sicurezza stradale (SISS), che si tiene in questi giorni nella Fiera di Rimini, è stato utilizzato come cassa di risonanza per confondere le idee, poichè anzichè fare conoscere (come ha fatto a fine 2003 il quotidiano Il Sole 24 Ore) le terrificanti cifre del massacro stradale in rapporto ai mezzi circolanti o alla popolazione residente in un determinato luogo, si è coscientemente voluto diffondere un'insignificante sequela di numeri, con l'apparente intento di alleggerire certe responsabilità. Ecco perchè utilizzando una poco scientifica chiave di lettura "statistica", la regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini e la provincia di Forlì-Cesena potrebbero venire raffigurate con una più rassicurante aureola di sicurezza stradale. Anche un bambino capirebbe che se nella provincia di Bologna il numero delle vittime della strada è superiore a quello registrato nella provincia di Rimini, ciò non significa che la provincia di Rimini sia più sicura, poichè i mezzi circolanti e la popolazione della provincia di Bologna superano di gran lunga quelli della provincia di Rimini. Ben diverse sono le valutazioni statistiche emerse nel corso del controconvegno S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza - mentre l'Europa fa, l'Italia discute), promosso, sempre a Rimini, dal CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale), conclusosi nella mattinata di ieri.....".

Ma c'è dell'altro, poichè proprio dove è più alta la percentuale di sinistrosità stradale esiste anche una minore attenzione e considerazione nei confronti delle vittime o disabili della strada, dei loro familiari e delle associazioni di volontariato che li rappresentano, soprattutto quando la loro attività viene rivolta alla prevenzione ed al dopo incidente. Forse le "fastidiose" denunce riguardanti la pericolosità di certe strade, la segnaletica carente od ingannevole, l'inadeguatezza dei controlli, le umiliazioni e le sofferenze che spesso deve subire chi è reduce da un trauma stradale ecc.. hanno provocato l'emarginazione di coloro che, con le loro affermazioni, compromettono immagine e credibilità degli addetti ai lavori? Le famiglie residenti in provincia di Rimini o nella Regione Emilia Romagna hanno più probabilità di altre di entrare a fare parte delle rilevazioni statistiche riguardanti l'incidentalità stradale, senza alcuna possibilità di sottrarsi al loro triste destino, ad onta di ogni diversa ed interessata chiave di lettura numerica. Dopo l'incidente, non si facciano poi eccessive illusioni sul sostegno e sulla solidarietà che potranno ricevere. E' possibile cambiare questo stato di cose facendo tesoro delle esperienze più positive realizzate in altre aree geografiche. Le chiacchere, i buoni propositi ed i gesti scaramantici non servono. Senza volere provocare .... sotto il prossimo.

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 L'8/8/2005 abbiamo diffuso il seguente comunicato di sensibilizzazione/responsabilizzazione: Leggiamo sulla stampa locale di oggi che a Gatteo è in corso una raccolta firme per indurre l'Amministrazione Comunale a mettere in sicurezza le strade, con particolare riferimento alle tante buche presenti sul manto stradale. Suggeriamo ai promotori dell'iniziativa di fare protocollare un apposito documento atto a responsabilizzare gli Enti gestori delle strade, poichè certi interventi non vanno solo richiesti, ma pretesi. Riportiamo al riguardo un commento presente sul sito web http://cnoss.135.it al link "Non tutti sanno":

" Chi dovesse incappare o è già incappato nella triste disavventura di avere un incidente a causa di buche sulle strade mal segnalate o non segnalate affatto sappia che con sentenza n° 2963 del 29 Marzo 1999 la terza sezione civile della Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune di Desio (MI) che, appunto, si rifiutava di riconoscere le proprie responsabilità verso un utente incappato in una di queste buche. Sulla cronaca di Rimini del quotidiano Il Resto del Carlino del 29/5/2004 si legge che il direttore dell'AMIA è stato condannato a sei mesi per omicidio colposo, nonostante l'assicurazione della società avesse già provveduto a risarcire i familiari della vittima. Il caso riguarda il decesso di P.B. Mentre si trovava alla guida del proprio ciclomotore, la ruota anteriore si trovò davanti uno scalino dell'asfalto a causa di un rattoppo sull'asfalto che aveva lasciato un repentino dislivello. La conseguente caduta provocò il decesso (avvenuto dopo circa 15 giorni dall'incidente). L'AMIA aveva precedentemente segnalato la necessità di un intervento straordinario per la messa in sicurezza, ma l'intervento non fu mai eseguito. Secondo il Giudice, il direttore dell'AMIA sarebbe stato obbligato a controllare che la manutenzione ordinaria non provocasse situazioni di pericolo e per questo motivo ha emesso una decisione di condanna per omicidio colposo. Con altra sentenza n. 13974/2005 la Corte di Cassazione stigmatizza l'apodittica convinzione che nel centro cittadino la velocità particolarmente moderata consenta comunque l'avvistamento di una buca, non evidenziando il fatto che comunque l'utente della strada faccia proprio affidamento sulle buone condizioni del manto stradale proprio perchè si trova in un centro cittadino e non in un luogo disagevole. Inoltre la Corte ha contestato la motivazione del giudice di prime cure in quanto non ha tenuto conto delle risultanze probatorie acquisite agli atti di causa, alla cui disamina il Giudice non può sottrarsi... diversamente opinando risulterebbe impossibile il "controllo logico" della decisione". Il 9/8/2005 abbiamo protocollato presso il Comune di Gatteo una motivata richiesta d'intervento.

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 Chi, provenendo da Cesenatico, imbocca l'uscita della SS 16 Adriatica all'altezza dell'Iper di San Mauro Mare trova indicazioni stradali ingannevoli e pericolose. Da qualche mese sono stati ultimati dei lavori per impedire la svolta a sinistra (direzione Iper/Savignano), ma il segnale indica ancora la possibilità di imboccare la direzione non consentita. Migliaia e migliaia di automobilisti rimangono indecisi sul da farsi (l'indecisione è una delle principali cause di incidentalità stradale) e spesso eseguono manovre spericolate per svoltare nella direzione indicata dalla segnaletica. Con l'arrivo dell'estate sono soprattutto le auto con targa straniera a cadere nell'incredibile trabocchetto, ma nessuno sembra preoccuparsene. C'è qualche soggetto responsabile per il collaudo ed i controlli? Da anni stiamo proponendo, senza successo, la figura del collaudatore di strade. Certe situazioni, oltre che mortificare la credibilità della segnaletica in genere, comportano precise responsabilità per i tanti omicidi stradali che quotidianamente si consumano sulle nostre strade. Al di là delle frasi di circostanza e delle dichiarazioni di principio, è incredibile constatare come la vita degli utenti della strada possa essere messa a repentaglio senza che nessuno denunci certi fatti che, tra l'altro, procurano anche gravi danni all'economia ed al turismo locale. Sempre a proposito di viabilità in prossimità dell'Iper, chi ha avuto la brillante e "remunerativa" idea di inserire dei pannelli pubblicitari scorrevoli ai margini della rotonda d'accesso/uscita? Se chi esce dall'ipermercato viene distratto dalla pubblicità, che attenzione può dedicare alla guida quando si immette nella rotonda?

Nelle prossime settimane torneremo ancora sull'argomento della sicurezza stradale e del dopo incidente, facendo conoscere tante realtà nascoste. Oltre che inserire le notizie sul nostro sito web, auspichiamo la collaborazione degli organi d'informazione locale per le finalità che intendiamo perseguire in materia di prevenzione e sensibilizzazione. Il 29/07/2005 è stata protocollata presso il comune di San Mauro Pascoli (per conoscenza al locale comando dei Carabinieri) una richiesta di intervento o di segnalazione all'autorità competente.

Il 12/07/2005 abbiamo inviato alla redazione del Resto del Carlino la seguente richiesta di pubblicazione:

A commento dell'articolo pubblicato sul vostro quotidiano venerdì 08/07/2005 a pagina XI (cronaca di Cesenatico) esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Nicola Gazza (vice-presidente della nostra associazione) ed alle altre persone disabili che sono state sanzionate per divieto di sosta, risultando i parcheggi a loro riservati già occupati da altre persone. Riteniamo utile segnalare che il numero dei parcheggi riservati a persone disabili spesso non rispetta le prescrizioni di Legge, che il Ministero dei LL.PP. ha previsto in favore delle persone disabili la sosta gratuita nei parcheggi a pagamento quando gli spazi a loro assegnati risultano occupati, che i dispositivi di pagamento sosta presenti a Cesenatico non sempre sono accessibili a persone sulla carrozzina, che chi ha l'autorità di comminare sanzioni ha il dovere primario di applicare correttamente le norme sanzionatorie. Rileviamo anche che alcuni anni fa la nostra associazione si rese disponibile per fornire a numerose Amministrazioni Comunali della zona suggerimenti utili per l'abbattimento o il miglioramento delle barriere architettoniche, proponendo altresì, a chi è chiamato ad assumere decisioni al riguardo, una sperimentazione diretta e preventiva su carrozzina. Nessuna istituzione interpellata ha ritenuto di accogliere l'invito. Attraverso le pagine del Vostro giornale, chiediamo ai responsabili istituzionali di riservare maggiore considerazione ed attenzione alle esigenze del mondo dei disabili e di fare conoscere, su richiesta dei diretti interessati, nome e cognome di coloro che assumono dei provvedimenti contestati. Auspicando la pubblicazione del presente appello e/o delle finalità che intende perseguire, porgiamo distinti saluti.

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 Molti cittadini della vallata del Rubicone ci chiedono di intervenire per segnalare ai Comuni interessati le situazioni di pericolo esistenti sulle strade. Altre analoghe richieste vengono rivolte ai quotidiani locali. Ma perchè la gente non denuncia direttamente certi fatti alle autorità competenti, anche quando in gioco c'è "solo" un interesse generale da tutelare? Si tratta di pigrizia o di "paura"?

Per Via Magellano di San Mauro Mare dovrebbero essere i residenti e gli operatori turistici locali a denunciare l'irregolarità dei dossi e la loro inadeguata segnalazione. Dovrebbero essere i singoli utenti della strada a denunciare l'irregolare perimetrazione delle rotatorie con cordoli a spigolo vivo, la scivolosità delle vernici (non previste dalla vigente normativa) che "abbelliscono" i passaggi pedonali, la presenza di micidiali guard rails ghigliottina od ostacoli fissi su alcune vie di fuga, la permanenza di segnaletica (spesso non a norma) per lavori ultimati da mesi, ecc ... Non ci spaventa crearci qualche inimicizia in più per l'attività di sensibilizzazione che da anni facciamo in favore della sicurezza stradale ed a sostegno di chi porta sulla pelle i segni indelebili di una tragedia stradale, ma per cambiare questo pericoloso stato di cose è necessario che la gente prenda consapevolezza dei pericoli che sta correndo e si decida ad assumere un ruolo attivo. Non intendiamo fare i lagnoni, ma in Romagna la solidarietà che viene manifestata verso certe attività di volontariato è estremamente deludente. Ecco perchè preferiamo andare dove il nostro impegno è più apprezzato e dove possiamo ottenere risultati più significativi. Quest'anno le nostre speciali lezioni di educazione stradale sono state svolte tutte in trasferta e stiamo valutando l'opportunità d'interrompere questo genere di attività. Qualcuno per "consolarci" dice: nessuno è profeta in patria e poi dalle nostre parti bisogna insistere ed avere tanta pazienza. Lo vadano a raccontare ai tanti familiari di vittime della strada che quotidianamente visitano i cimiteri o a chi convive, direttamente o indirettamente, con una grave disabilità. Sarebbe utile porsi qualche interrogativo valutando con onestà le risposte da dare: è veramente prioritario scrollarsi di dosso il poco lusinghiero primato che la nostra regione detiene per la mortalità sulle strade (fonte sole 24 ore Dicembre 2003)? Ed ancora: che persone erano le vittime della strada? A quest'ultimo interrogativo può provocatoriamente rispondere l'infelice slogan della regione Emilia Romagna: "da 0 a 100 in 5"7 - poi la foto di un'auto accartocciata e infine la didascalia - modello 4 pirla in meno (il conducente più tre trasportati)"? Le buone intenzioni sono apprezzabili, ma per fermare la carneficina che si consuma quotidianamente sulle strade servono fatti, a 360 gradi.

P.S. L'assemblea del CNOSS, tenutasi a Rimini nel Novembre 2004, in occasione del controconvegno S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza), ha evidenziato la necessità di istituire una rete di studi legali convenzionati a livello regionale o nazionale per promuovere azioni giudiziarie attinenti le responsabilità degli enti gestori delle strade. Sono già in corso contatti con alcuni studi professionali e si valutano con favore altre offerte di collaborazione. Chi è interessato si faccia avanti.

 Educazione stradale, ma non in Romagna. Riteniamo che l'insegnamento dell'educazione stradale debba svilupparsi su tre principali versanti: Conoscenza della segnaletica e del codice della strada; Conoscenza teorico-pratica della guida; Consapevolezza sul valore della vita propria ed altrui . L'associazione PU.RI. cura soprattutto il terzo versante ed è probabilmente stata la prima in Italia ad adottare un modello educativo che prevede la partecipazione attiva dei ragazzi (disabili e non) nel ruolo di "docenti". L'11 e 12/05/2005 abbiamo avuto due incontri sulla sicurezza stradale ad Avio (TN). Nella serata del 11/05 abbiamo incontrato la comunità locale. E' stata un'esperienza carica di emotività, perché oltre a conoscere i ragazzi diciassettenni che si erano messi in contatto con noi (facendoci pervenire una elargizione), abbiamo anche conosciuto i genitori del loro amico Francesco, rimasto vittima di un incidente stradale la vigilia di Natale 2004. Nella mattinata del 12/5/2005 abbiamo svolto una lezione di educazione stradale nelle scuole medie con la presenza di circa 100 studenti, tra cui la sorella di Francesco. Hanno assunto il ruolo di docenti: Giuseppe Raduano (presidente della onlus PU.RI), Nicola Gazza (giovane disabile vice-presidente dell'associazione) e Roberto Bartolini (giovane cantautore che ricorda l'amico Andrea con due canzoni). La trasferta ha avuto il merito di farci dimenticare l'amarezza che qualche volta proviamo per l'indifferenza che accompagna la nostra attività di volontariato in Romagna, dove nel corso del 2005 non abbiamo programmato alcuna lezione di educazione stradale. La prossima settimana andremo ancora in trasferta presso una scuola media Emiliana, su invito ed a spese della locale Amministrazione Comunale. Non saranno visibili, ma le vittime della strada continueranno a fare sentire la loro voce, anche se qualcuno preferirebbe soffocarla.

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 Ci scusiamo per l'ampiezza del testo, ma l'argomento è complesso e di "vitale" importanza. Chi vorrà divulgare il contenuto del messaggio, potrà scegliere la parte che giudicherà più interessante. La "notizia" principale è quella iniziale, scritta in neretto, dalla quale abbiamo tratto spunto per qualche riflessione. Grazie per l'eventuale ospitalità che vorrete dare al messaggio di sensibilizzazione. Il comunicato, apparentemente provocatorio, è stato divulgato in occasione della festa della mamma. A fronte di un marginale interesse dimostrato dagli organi d'informazione più convenzionali, il messaggio è stata veicolato dai vari strumenti che internet mette a disposizione:

Oggetto: Troppi omicidi sulle strade ... e le mamme stanno a guardare

Ciao, siamo un gruppo di ragazzi di 17 anni. Abbiamo deciso di scriverVi per spiegare il motivo della nostra donazione (spedita in data 21/01/05). Poco tempo fa infatti la nostra comunità di Avio (TN) è stata scossa da una grave perdita che ci ha colpito la vigilia di Natale. Un nostro caro amico e compagno di scuola ci ha lasciati in un grave incidente stradale. Ci siamo cosi riuniti per cercare di superare questo dolore e abbiamo deciso di fare qualcosa di utile per ricordare Francesco. Siamo così venuti a conoscenza della Vostra associazione tramite internet. Volevamo richiedere delle informazioni aggiuntive riguardo alle modalità con cui utilizzerete la nostra donazione. Ci piacerebbe mantenere i contatti, Vi ringraziamo molto, in attesa di risposta Vi salutiamo cordialmente.

Con questa lettera, che ci ha profondamente turbati e gratificati, alcuni ragazzi si sono messi in contatto con la nostra associazione. Presto faremo la loro conoscenza diretta, poichè nella serata del 11/5/2005 incontreremo la comunità locale di Avio e nella mattinata del 12/5 faremo una lezione di educazione stradale nelle scuole medie. Assumeranno il ruolo di relatori/docenti Giuseppe Raduano (presidente della onlus PU.RI, padre di Andrea), Nicola Gazza (giovane disabile, vice-presidente della onlus PU.RI) e Bartolini Roberto (giovane associato, cantautore, amico di una giovane vittima della strada). Mentre stiamo organizzandoci per la trasferta in Trentino Alto Adige, con un po' d'amarezza facciamo le seguenti riflessioni:

Per un motivo o per un altro gli incidenti stradali sono quasi sempre dovuti ad errori umani, spesso di altre persone. Ma per le loro conseguenze, frequentemente tragiche, il discorso cambia, perchè se esistesse un maggiore senso di responsabilità da parte di certe istituzioni, ci sarebbero meno famiglie devastate da lutti o gravi disabilità. Alberi o pali in posizione pericolosa, buche non segnalate, strade sottodimensionate, carenza di piste ciclabili, segnaletica errata o dimenticata, assenza di reti di protezione sui viadotti, errori di progettazione, strade costruite all'insegna del risparmio e della speculazione, inadeguatezza dei controlli, guard rail ghigliottina o cordoli a spigolo, mancato rispetto dell'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole, abuso di alcol tollerato per ragioni di gettito fiscale o per salvaguardare precisi interessi economici ecc. ecc.. Sono solo alcuni esempi delle tante concause che possono provocare una tragedia stradale, però nella maggior parte dei casi nessuno risponde degli errori o delle inadempienze. Ma non è tutto. E' risaputo che "il guadagno aguzza l'ingegno", così diverse amministrazioni, dopo aver progettato e realizzato infrastrutture inadeguate riescono a trarne anche dei vantaggi, piazzando gli autovelox dove rendono di più: spesso su quelle stesse strade costruite e mantenute con vergognosi standard di sicurezza. La definizione di "incidenti stradali" porta a pensare alla fatalità, ma spesso si dovrebbe parlare di omicidi stradali. Bisognerebbe denunciare certe situazioni o certi comportamenti prima che ci scappi il morto od una grave menomazione. Se non lo fa chi ha l'obbligo di vigilanza, dovrebbe farlo la gente comune, altrimenti ci si rende complici delle conseguenze.

La Romagna, nelle rilevazioni statistiche pubblicate dal quotidiano "Il Sole 24 Ore" nel Dicembre 2003, guidava con largo margine la classifica nazionale delle vittime della strada in rapporto ai mezzi circolanti, ma in pochi se ne sono preoccupati. La maggior parte della gente ignora questo triste primato e molti personaggi pubblici sembrano voler esorcizzare la cruda realtà con valutazioni rassicuranti, con incontri tematici ad impatto gradevole, con l'autocelebrazione dei propri meriti (trascurando però gli aspetti più controversi), con tante chiacchere e buoni propositi. La gente ascolta volentieri ciò che vuole sentirsi dire e forse per questo motivo premia con maggiori consensi coloro che meglio anestetizzano le loro paure. La voce di certe associazioni è meno accattivante ed il loro impegno in favore della sicurezza stradale e del dopo incidente è spesso guardato con diffidenza, se non scoraggiato. La loro voce è fuori dal coro. Ecco perchè l'associazione PU.RI ormai non svolge più lezioni di educazione stradale nè promuove convegni sulla sicurezza stradale in Romagna, ecco perchè i volontari dell'associazione vanno spesso in trasferta. Non intendiamo gufare, ma, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche per colpa di un "incidente" stradale. Non servono gesti scaramantici, ma bisogna fermare questo massacro, a cui ci si è assuefatti, con azioni concrete. Ogni singola persona ha il dovere morale e civile di assumere un ruolo attivo, perchè non succede solo agli altri. Dimostrare solidarietà e sostegno a certe associazioni o a certe iniziative può provocare imbarazzo od inimicizie, ma l'indifferenza e l'inerzia possono anche uccidere. Non è il titolo di un film, nè si presta a fraintesi, ma assume un senso preciso l'appello con il quale concludiamo questo comunicato: Troppi omicidi sulle strade ... e le mamme stanno a guardare.

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 In passato abbiamo più volte segnalato l'incongruo segnale di "Stop" presente a Case Castagnoli, sulla corsia di accelerazione che immette nella Via Emilia in direzione Rimini. Nessuno rispetta quel segnale, poichè rischierebbe altrimenti di provocare o subire un tamponamento. E' possibile che nessuno si senta in dovere di intervenire per eliminare la situazione di pericolo esistente e per dare pratica attuazione alla Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 24/10/2000 sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del Codice della strada in materia di segnaletica?

Ne riportiamo uno stralcio, perchè potrebbe dimostrarsi utile per chi dovesse subire un incidente stradale a causa di responsabilità riconducibili agli enti proprietari o gestori delle strade:

" ....Segnalando come pericolose situazioni che non lo sono, si inducono gli utenti della strada a considerare come inattendibili tali segnali e quindi a non rispettarli, anche quando il pericolo è reale. Del pari incongruo è spesso l'impiego dei segnali di precedenza, in particolare il segnale di "fermarsi e dare precedenza". L'art. 107 del regolamento prescrive che tale segnale deve impiegarsi nelle intersezioni "ove non sia stato possibile garantire condizioni di sufficiente visibilità, o comunque in situazioni di particolare pericolosità". Troppe volte il segnale è impiegato al posto del "dare precedenza", pur in condizioni normali e con visibilità garantita, nella erronea convinzione che in tal modo si sia attuata una più rigorosa regolazione del traffico....". Ed è ancora il Ministero dei LL.PP. che sui limiti di velocità non rispettati dalla generalità degli utenti della strada osserva : ".. ci sono amministrazioni che pongono limiti di velocità di 30-40 km/h, su strade scorrevoli e dove non è mai successo un incidente, che nessuno riconosce come idonei. Per fare un'operazione intelligente, converrà quindi imporre come velocità massima quella che non è superata dalla maggior parte dei veicoli; perché se l'85-90% degli utenti percorre quella strada, in condizioni normali, senza superare, quel limite, significa che quella è la velocità adatta per quel posto. Un'operazione del genere si è fatta in Italia rarissime volte, infatti si criticano frequentemente i limiti di velocità che sono spesso ignorati. Gli utenti della strada devono avere più rispetto, ma si deve anche ridare al segnale il significato e la dignità che merita. Collocando un segnale solo con lo scopo di scaricare le proprie responsabilità, è certo che si fa un pessimo servizio...".

Anche l'utente della strada vanta dei diritti, soprattutto se a causa di obblighi discutibili viene penalizzato con decurtazione di punti sulla patente, con pesanti sanzioni economiche o, peggio ancora, con conseguenze per la propria ed altrui incolumità. Si segnala che il CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale) sta cercando di organizzare una rete di studi legali specializzati, articolata operativamente a livello nazionale e regionale, per spostare l'attenzione e le responsabilità degli incidenti stradali sugli Enti proprietari o gestori delle strade, a cui dovrebbero essere fatte risalire le cause di non meno di un terzo dei morti, invalidi e feriti che la strada produce. Chi fosse interessato potrà inviare una email a cnoss@libero.it.

 Nei giorni scorsi diverse istituzioni locali della Romagna hanno "gongolato" per i miglioramenti di posizione risultanti dal dossier sulla qualità della vita, pubblicato dal quotidiano "Il Sole 24 Ore" in data 20/12/2004. La nostra associazione è già intervenuta sull'argomento, segnalando che i nuovi indicatori hanno ignorato, rispetto al 2003, tutto ciò che riguarda l'incidentalità stradale con i morti, i disabili, le preoccupazioni, le sofferenze ed i costi sociali che tale emergenza nazionale si porta al seguito. Per rinfrescare la memoria, rammentiamo che nel dossier sulla qualità della vita pubblicato dal Sole 24 Ore il 22/12/2003, era presente una speciale classifica degli incidenti stradali nelle 103 province Italiane. La maglia nera di tale classifica spettava alla Romagna, con le sue tre province piazzate negli ultimi posti. Infatti al 103° posto (ultima in classifica) c'era la provincia di Rimini; al 102° la provincia di Milano; al 101° la provincia di Forlì ed al 100° posto la provincia di Ravenna. Una situazione così drammatica avrebbe dovuto provocare iniziative immediate, forti e coordinate, sotto la spinta di una sollevazione popolare. Invece si è preferito minimizzare, abbracciando la rassicurante influenza di struzzi e gongolieri. Ma ci si rende conto che siamo giunti al punto che un pupazzo satirico, il Gabibbo, è arrivato ad avere in Italia più potere di tutti gli organi dello Stato messi insieme per risolvere problemi che, altrimenti, continuerebbero a trascinarsi per anni? E questo solo ed esclusivamente perchè quel pupazzo animato è in grado di entrare contemporaneamente nei cervelli di milioni di persone, nello stesso istante, amplificando l'ingiustizia e generando in essi una reazione di discredito e condanna nei confronti del soggetto o della cosa incriminata? Questa non è civiltà, ma "rincitrullimento" autolesionista che mortifica il valore della vita. Siccome può servire allo scopo, la gente di Romagna invochi l'intercessione di "striscia", con tapiri e gongoli in bella mostra.

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