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Aprendo il sito www.coordinamentocamperisti.it si potranno consultare tutti gli interventi che hanno caratterizzato l'incontro denominato FIRENZE S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza). Diverse e motivate associazioni italiane, impegnate da anni sul fronte della sicurezza stradale, si sono date appuntamento a Firenze il 06/05/2006 per un primo incontro al fine di raccogliere e presentare ai nuovi Parlamentari un documento che suggerisce cosa mettere in campo per contrastare i numeri della strage e cioè i circa 9.000 morti, 25.000 disabili gravi, 300.000 feriti che ogni anno producono le strade italiane. E' stato un incontro molto proficuo e concreto con il quale si sono messe a confronto le diverse esperienza acquisite dalle varie associazioni partecipanti. Si riporta l'intervento protocollato dall'associazione PU.RI. prima dell'inizio dei lavori ed il comunicato stampa diffuso al termine degli stessi.

 

Intervento dell'Associazione PU.RI. (Punto Riferimento familiari vittime)

al convegno organizzato dall'Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

Relazione del Dott. Giuseppe Raduano (Presidente onlus PU.RI)

Convegno S.O.S. - Firenze 06/05/2006

Argomenti trattati:

Quell'indifferenza che uccide

Le responsabilità di chi manipola le statistiche

Una vittima su tre per colpa delle strade

Le vergogne del dopo incidente

Una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave per incidente stradale

Educazione stradale incompleta

L'educazione stradale come spettacolo

Petizione al Parlamento Europeo sull'educazione stradale

Chi resta a guardare si rende complice della strage stradale

P.S. Al termine di ogni argomento è stato indicato, in carattere marcato, un possibile intervento legislativo per il miglioramento della sicurezza stradale.

INDIFFERENZA ED ASSOCIAZIONISMO SCOMODO

Quando devo parlare dell'indifferenza spesso cito il seguente aneddoto: Un giorno, ad un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo. I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l'infarto. Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose: "L'indifferenza". Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato. Infine gli domandarono quale fosse la cura. E lo scienziato disse: "Accorgersene! ".

Purtroppo questa grave sindrome affligge moltissime persone, ma le conseguenze letali di questa subdola malattia, anzichè colpire chi ne è affetto si abbattono spesso su altre persone. Quanti omicidi stradali si consumano giornalmente nella più assoluta indifferenza ed impunità e quante coscienze hanno fatto l'abitudine a questo barbaro massacro!! Però nessuno sembra accorgersene.

Chi cerca d'intervenire (associazioni di volontariato più indipendenti) per curare la malattia con la terapia suggerita dal luminare (accorgersene) viene quasi sempre ignorato, contrastato od imbavagliato. Evidentemente si temono alcuni indesiderati effetti collaterali che tali cure potrebbero provocare nell'immagine personale, nell'umore, nello scaricabarile delle responsabilità o in altri aspetti collegati alla sfera personale dei pazienti.

In questo confuso contesto, gli ammalati più facoltosi ed ingegnosi si rivolgono a centri di cura che essi stessi sostengono e valorizzano, ottenendo in cambio diagnosi e prognosi più tranquillizzanti.

Abbandonando il linguaggio allegorico, ciò significa che alcuni forti poteri economici ed istituzionali operano in alcuni settori della sicurezza stradale attraverso organismi no profit di cui hanno il sostanziale controllo o ai quali elargiscono speciali "benedizioni". Tali organismi hanno normalmente una struttura organizzativa molto avanzata ed a livello istituzionale sono considerati interlocutori privilegiati, a discapito di quelle più modeste ed indipendenti associazioni che operano su base volontaria.

Da una parte molti motivati sodalizi, anche giovanili, sono costretti a chiudere i battenti dopo brevi periodi di attività, a causa di condizionamenti esterni o di assurde difficoltà che mortificano gli entusiasmi e la voglia di fare. Sull'altro versante si stanno invece moltiplicando fondazioni ed altre strutture no profit che risultano legate a doppio filo con forti interessi economici od istituzionali.

Se non interverrà un cambio di rotta e se non si effettueranno controlli più attenti e dedicati su quelle strutture no profit con finalità plurime (non sempre nobili), si correrà il rischio di screditare, penalizzare ed emarginare gli organismi no profit più genuinamente motivati. Il Legislatore Italiano ha perciò il dovere di intervenire per garantire la corretta osservanza degli articoli 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale.

 

DISINFORMAZIONE, IPOCRISIE ED UMILIAZIONI

L'informazione è ormai diventata lo strumento fondamentale che determina il successo o l'insuccesso di qualsiasi iniziativa. La crescita civile o il deterioramento morale di una società dipendono dall'informazione. Anche la sicurezza stradale è legata all'informazione, poichè in materia di prevenzione le scelte strategiche non possono prescindere da una serie di dati da cui fare scaturire le decisioni più corrette ed efficaci. Se i dati che influenzano le decisioni sono errati o parziali, le scelte risulteranno sbagliate e scellerate. Il processo decisionale corretto produce esiti positivi e viceversa. I risultati devono essere controllabili e misurabili, ma soprattutto devono seguire tecniche di rilevazione atte ad impedire interessate e pericolose manipolazioni. La scienza statistica ha delle regole precise ed ha come principale finalità quella di rappresentarci il futuro con "logica" matematica. Chi snocciola dei dati consuntivi scegliendo, tra i diversi parametri possibili, quelli che meglio soddisfano gli interessi personali del momento, attua una dolosa ed ingannevole attività di disinformazione. A commento pratico di quanto sopra esposto, vorrei ora richiamare l'attenzione su alcuni particolari aspetti della sicurezza stradale:

A sinistra il poster per la sicurezza stradale ideato da Oliviero Toscani, su incarico della Regione Emilia Romagna. La definizione di "pirla" affibbiata al conducente ed ai tre trasportati che perdono la vita in un ipotetico incidente stradale ha provocato il risentimento di numerosi familiari di vittime della strada. A destra l'immagine di commento pubblicata sul sito web della onlus PU.RI.

Tutto ciò che succede dopo un trauma stradale non sembra interessare il grande pubblico. Sarebbe invece utile divulgare gli esiti di un questionario della FEVR (Federazione Europea Vittime Strada) consegnato a 10.000 famiglie di vittime della strada con 56 domande suddivise in 8 settori. Le 1364 risposte ottenute sono sconcertanti. La sofferenza evidenziata da questa ricerca mostra una proporzione sempre crescente nelle nostre società di vite devastate a causa della violenza sulle strade. Ciò che difficilmente si riconosce da chi di dovere, incluso il sistema giudiziario, è che quanti sono privati di una persona cara o resi invalidi da un incidente stradale sono spesso colpiti in modo permanente, come le famiglie delle vittime di altri tipi di violenza e di strage. Urgono norme di tutela e di rispetto al riguardo.

Purtroppo in materia di sicurezza stradale e dopo incidente spesso si sceglie di praticare la disinformazione attiva (da parte di chi informa) e passiva (da parte del destinatario dell'informazione). Si è portati a pensare : la vita è già tanto dura e non voglio rattristarmi con le disgrazie degli altri - non mi conviene diffondere certe notizie e mi torna utile contrastare chi cerca di farlo - io sono troppo buono e sensibile, perciò soffrirei troppo nell'entrare in contatto diretto con la sofferenza - non dipende da me, perchè altri dovrebbero fare il loro dovere - contro il destino non si può fare niente ... e via dicendo. Si sceglie o si è indotti a scegliere di mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi di fronte al pericolo, piuttosto che prendere consapevolezza di una realtà scomoda e sgradita. Non serve

nè mettere la testa sotto la sabbia nè scappare

"L'informazione" più che un servizio, rappresenta ormai un conteso e temuto strumento di potere, poichè è in grado d'influenzare ogni aspetto del nostro vivere quotidiano. In Italia un pupazzo come il "Gabibbo" ha di fatto più potere e credibilità di tante Istituzioni Pubbliche. Per garantire una più completa e corretta informazione mediatica, si dovrebbe prevedere e regolamentare un diritto esteso di partecipazione all'informazione da parte dell'associazionismo no profit.

 

EDUCAZIONE STRADALE INCOMPLETA

In passato nelle scuole Italiane si insegnava l'educazione civica come regolare materia di studio. Ora esiste l'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale, ma spesso tale obbligo non viene osservato o viene affidato a qualche docente di dubbia "professionalità". L'insegnamento dell'educazione stradale dovrebbe svilupparsi su tre principali versanti: Segnaletica e codice della strada ; Conoscenza della guida ; Consapevolezza sul valore della vita propria ed altrui. Sin dal 1998 l'associazione PU.RI. si occupa soprattutto del terzo versante, che purtroppo è anche quello più trascurato a livello didattico. Siamo stati probabilmente i primi in Italia ad adottare un modello educativo che prevede la partecipazione attiva dei ragazzi (disabili e non) e dei familiari delle vittime della strada nel ruolo di "docenti". Nel corso degli anni abbiamo incontrato diverse decine di migliaia di studenti in molte regioni Italiane, ottenendo risultati di indubbia incisività, come comprovano gli appositi questionari compilati dagli studenti al termine dei nostri incontri. Il disinteresse che ci hanno riservato tantissimi responsabili istituzionali, ad ogni livello territoriale, ha provocato la quasi totale interruzione di questa nostra attività didattica. Proprio su questo argomento in data 17/05/2005 abbiamo presentato una petizione al Parlamento Europeo con il seguente oggetto: "La mortalità stradale in Italia è intollerabile, ma l'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole viene spesso disatteso. Paradossalmente non esistono adeguati controlli sull'assolvimento di tale obbligo ed il Ministero delle Infrastrutture sembra scoraggiare l'attività di numerose associazioni di volontariato che vantano comprovata esperienza". L'Associazione PU.RI. da più di due anni è in attesa di ricevere risposta alla richiesta di riconoscimento di Associazione con comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, ai sensi dell'art. 230 del codice della strada. Attualmente i docenti dell'Associazione sono costretti ad operare con evidente imbarazzo, poichè, ad onta della loro pluriennale esperienza nel campo dell'educazione stradale, la loro attività non è ritenuta valida per l'assolvimento dell'obbligo d'insegnamento nelle scuole. I nostri "giovani docenti di educazione stradale" meriterebbero un riconoscimento Ministeriale di benemerenza e non la colpevole ed umiliante indifferenza istituzionale con la quale si demotivano i loro entusiasmi ed il loro lavoro.

Ben diverso è l'atteggiamento che le istituzioni riservano ai campioni della velocità od ad altri personaggi noti, spesso chiamati a salire in cattedra tra gli applausi scroscianti di una variegata platea di ascoltatori. In questi casi il personaggio di turno si concede alle domande dei fans e conclude il proprio intervento raccomandando più prudenza sulle strade, perchè solo in pista esistono certe garanzie per l'incolumità personale. Questi eventi sono seguiti dagli organi d'informazione con molto interesse e le varie Istituzioni Pubbliche si mettono in fila per concedere il patrocinio. Se poi tutto ciò non bastasse per rispettare il dettato dell'art. 230 del codice della strada, c'è sempre la possibilità di creare uno spettacolo all'interno dello spettacolo, insignendo il personaggio famoso con una laurea honoris causa, alla faccia di chi suda le proverbiali sette camice per conseguire il diploma di laurea.

 

 

Il Legislatore deve immediatamente intervenire per tutelare la vita dei cittadini sulle strade e per assegnare all'insegnamento obbligatorio dell'educazione stradale nelle scuole la stessa dignità di altre materie di studio. L'art. 230 del Codice della Strada e le altre norme collegate andrebbero pertanto migliorate. In particolare dovrebbero essere previste efficaci sanzioni per le scuole che non rispettano l'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale. Dovrebbe essere previsto un preciso calendario delle lezioni e dovrebbe esistere una valutazione di merito, come già avviene per le altre materie di studio. Nel programma di studio dovrebbe trovare spazio l'insegnamento del valore della vita propria ed altrui, abilitando all'insegnamento anche le associazioni no profit più motivate.

Con questo mio intervento ho voluto soffermarmi su alcuni controversi fatti che caratterizzano la sicurezza stradale in Italia, poichè spesso la gente considera più credibile la più compiacente realtà virtuale o chi è in grado di esorcizzare la paura con chiacchere convincenti e buone intenzioni.

Concludo con l'invito ad una generale terapia di riflessione e consapevolezza, perchè chiunque si trovi nelle condizioni d'intervenire per arginare l'emergenza dell'invalidità e mortalità sulle strade ha il dovere civile e morale di farlo in modo adeguato, altrimenti si rende complice delle conseguenze.

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COMUNICATO STAMPA - S.O.S. Subito Occorre Sicurezza - Firenze, 7 maggio 2006

 

6 maggio 2006, Firenze ha ospitato nella Sala del Gonfalone a Palazzo Panciatichi, con la collaborazione del Consiglio regionale della Toscana, l'incontro tecnico per costruire la strategia e la tattica da perseguire per migliorare la SICUREZZA STRADALE, contribuendo ad evitare i circa 9.000 morti, 25.000 disabili gravi, 300.000 feriti che ogni anno producono le strade italiane. Incontro utile per evitare il rinnovarsi di un costo sociale di oltre 33 miliardi di euro all'anno e per sottrarre dalle sofferenze oltre 600.000 famiglie italiane che, se non ci saranno correttivi, avranno un morto e/o un disabile grave.

 

Le Associazioni riunitesi rappresentavano, per la prima volta insieme, le imprese di trasporto sia merci che passeggeri, i familiari e vittime della strada, i motociclisti e i camperisti. Le relazioni inserite nel sito internet www.coordinamentocamperisti.it.

Tutti i relatori presenti (Ing. Luciano Fantini, Tonino Morreale, Dr. Giuseppe Raduano, Dr. Luigi Antonio Ciannilli per i familiari e vittime della strada, Dr. Maurizio Longo Segretario Nazionale CNA - FITA per la Unione Nazionale Imprese di Trasporto, .Dr. Marco Guidarini per i motociclisti, Pier Luigi Ciolli per i camperisti) hanno concordato sulla esigenza di attivare una base comune da rappresentare ai Parlamentari italiani ed europei, Consiglieri Regionali e Provinciali.

I primi punti condivisi sono stati:

 

Riccardo Romeo Jasinski, il coordinatore dei lavori

S.O.S. Subito Occorre Sicurezza: Elenco delle associazioni partecipanti

CNA FITA - Unione Nazionale Imprese di Trasporto

www.cna.it/fita - fita@cna.it

Associazione italiana familiari e vittime della strada

www.vittimestrada.org

info@vittimestrata.org

Associazione PUnto RIferimento familiari e vittime

http://puri.135.it - pu.ri@libero.it

Comitato per la sicurezza stradale "Fernando Paglierini"

www.giomo.191.it/paglierini/

asso_sic_stradale@tiscali.it

Associazione Fraternità della Strada - Mondo X

www.fraternitadellastrada.org

info@fraternitadellastrada.org

Associazione Motociclisti Incolumi

www.motociclisti-incolumi.com

marco.guidarini@motociclisti-incolumi.com

Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

www.coordinamentocamperisti.it - info@coordinamentocamperisti.it

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